Cammino per strada, i miei piedi per terra e la testa chissà dove.
Felice e triste,
sono da sempre stata così.
Stati d’animo che si alternano con una rapidità da far paura, con una rapidità che mi fa paura.
Cammino per strada e mi guardo intorno, cercando di cogliere quanto più posso dal mondo.
Il mondo.
Quanto lo amo e quanto mi fa paura il mondo.
Anche questo è sempre stato così: amo e odio. Ho paura di quegli occhi, ma in fondo avrei solo voglia di incontrarli e non sentirli così lontani.
È autunno, o così almeno qualcuno ha deciso.
È autunno e la natura ha deciso di cambiare.
E allora le foglie danzano, o meglio, si illudono di farlo.
Attaccate ai rami degli alberi arriva un giorno in cui si staccano da essi, ma sono convinta che siano loro, gli alberi, che le fanno staccare.
Alle foglie va bene, per loro è un gioco, loro danzano, ma non sanno che quella danza è destinata a terminare troppo presto.
Eccole lì, a terra.
Non danzano più, stanno così, inermi a terra, calpestate dall’uomo, calpestate dalle macchine.
Si sono illuse. Illuse che quella sarebbe stata la danza più bella del mondo, che quella sarebbe stata la loro occasione.
Forse avrebbero dovuto osare di più prima, ma chi mai sa davvero che è il momento di osare?
Il problema è che crediamo di avere sempre più tempo, sempre più occasioni e mentre ci illudiamo, arriva l’illusione maggiore, quella in cui crediamo che sia la nostra occasione, quando invece rappresenta il nostro toccare a terra.
Le foglie sono a terra e io le ho viste mentre danzavano illudendosi che quella danza le avrebbe accompagnate per tutta la vita.
Le vedo a terra e sono fragili.
Mi sento come le foglie, fragile, con il mondo che può fare di me ciò che vuole.
Cammino per strada e cerco di evitare di calpestarle e mentre le evito mi decido a vedere le cose da un’altra prospettiva. Io che ero sempre inchiodata al lato sbagliato del mondo, è da un po’ che mi sono decisa che forse, osservare tutto da varie prospettive è la cosa migliore da fare.
E allora non vedo più l’illusione delle foglie, ma il coraggio.
Felici passano la vita al sicuro sui rami che le accolgono e si rendono con loro, eteree.
Arriva il momento più difficile, ma quello in cui, se vince il coraggio, si ha la possibilità di scoprire la danza nel cielo.
E allora eccole lì, che si staccano dai rami e danzano, non pensando a quando si troveranno fragili a terra, perché quel momento, quello di volare, che ai nostri occhi sembra troppo breve, per loro è infinito.
Voglio credere che, cambiando prospettiva, il loro essere fragile, a terra, non è altro che l’aver scelto un’altra angolazione, quella dell’essere accarezzate dal vento e vivere così, rischiando la certezza per un momento di piena libertà.
E allora mi dico che mi va bene essere come le foglie, che nelle loro fragilità, si scoprono coraggiose.
Filosofa Atipica
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