Giovedì pomeriggio.
Non lo dico nemmeno, ormai lo abbiamo capito e ci stiamo tutti: sono davanti al pc.
Tra click di qui, tuut di lì, arriva un beeep. È la suoneria personalizzata del gruppo con mia mamma e mia sorella. Apro la chat, è una foto di mio nipote – infagottato fino al collo perché fa un freddo cane e ha pure il raffreddore – con un pezzo di pizza bianca in mano.
Valanga di ricordi.
Mi torna in mente Marcel Proust e la teoria del passato che diventa presente grazie al sapore di una madeleine inzuppata nel tè.
Questa foto è stata per me come la madeleine per Proust.
Ha attivato la mia memoria involontaria. La sola vista ha dato accesso ad una serie di fotogrammi ed emozioni.
Sono una bambina.
Ho appena finito tutti i compiti. “Prima il dovere e poi il piacere“, mi diceva sempre mamma e forse l’ho presa sempre troppo alla lettera, ma vabbè.
Usciamo, io e lei.
Passeggiamo per via dei Castani. Lo facciamo spesso, non mi stanca mai. Ci prendiamo per mano e non mi ricordo di cosa parliamo, ma sono felice. Fa freddo, è inverno e il sole tramonta presto, ma c’è mia mamma. Va tutto bene. Sono serena.
Passiamo davanti la pizzeria. C’è un profumo buonissimo e riesco ancora a sentire il calore. Mia mamma si ferma: “lo vuoi un pezzo di pizza bianca?“. Io amo mangiare e non dirò mai di no. “Sì mamma, grazie“. Tutti mi sorridono, sono una bambina, timida, ma gentile. Mi sorridono, io divento rossa. Non è cambiato nulla.
Le mie mani si riscaldano a contatto con il calore della carta che protegge la mia merenda. Mia mamma mi guarda. Mi sorride, mi vuole bene. Mi accarezza il viso. Mi copre di più con la sciarpa. Mi sorride di nuovo.
Torniamo a casa. Finisce la nostra passeggiata. Finisce il ricordo. Finisce la madeleine.
Sono grande.
Non finisco i miei compiti, si accumulano. Fa nulla, finirò domani. “Domani” non è definito, è solo un modo di dire.
Penso che è vero quando mi dicono che la “vita è una ruota”. Ora sono grande, mio nipote è piccolo. Guardo di nuovo la foto. Ora non viene nessun ricordo, ora immagino il futuro. Mia mamma ora è sua nonna, lo guarda, gli sorride, gli compra la pizza bianca.
Lui sorride, è al sicuro.
Io sono leggera.
Va benissimo così.
Filosofa Atipica
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