Seduta alla scrivania, sentivo le voci dei miei coetanei divertirsi.
Li immaginavo,
vederli non era possibile perché, lì dove passavo le mie giornate,
non c’erano finestre a colorare le pareti.

Ogni tanto mi chiedevo perché fossi lontana da tutto quello,
ma poi andavo avanti.
Amavo andare avanti, sognare.
Non importava se lo facevo davanti ad un cielo o una lampadina,
l’importante era farlo.

Avrei sicuramente cambiato quella vita,
sarei finalmente uscita fuori anche io.

I libri mi avevano salvata così tante volte.
Conoscere, studiare.
Non ero la più brava, non ero la più intelligente,
ma sicuramente amavo.
Amavo usare le forze per imparare, conoscere quanto più possibile,
usare il mio intelletto.

Più di tutto, amavo le domande.
Stavo lì intere giornate a chiedermi il perché di così tante cose.
E quando arrivava una risposta,
questa si trasformava subito in un’altra domanda.

E poi l’incontro con la Filosofia.

Fu quello il momento in cui mi sono sentita nel posto giusto.

Una vita a sentirmi inadatta,
un secondo per dimenticarlo.

Ho respirato a pieni polmoni.

Ho respirato così tanto che
per un attimo
sembrava tutto irreale
e invece era tutto lì,
ero viva.

La conoscenza che aumenta,
io che non ne ho mai abbastanza.
La Filosofia che mi offre mille e più sguardi sul mondo,
che mi protegge,
che mi aiuta in quei momenti così difficili.

Sapere Aude!

Ho sempre il coraggio di conoscere,
ma non sono uscita fuori.

Ci ho provato,
per un po’ ci sono riuscita,
è stato il momento più leggero della mia vita.

Poi però

Troppi però ci distruggono la vita, i sogni,
e io sono qui,
incastrata tra chi non so e chi sono.

Per non dimenticare – però – quel periodo così leggero,
per non dimenticare chi sono,
chi voglio essere e quale pensiero mi guiderà sempre,
me lo sono tatuato,
così da portarlo sempre con me.

Filosofa Atipica

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