«Questa è la storia di una ragazza capitata in un posto sbagliato […].
Questa è la storia di un sorriso, che un giorno si è perso senza preavviso.»

Mattia Ollerongis inizia la narrazione di Sempre con te, dando voce ad una ragazza di trent’anni che vuole raccontare la sua storia.
Kamilla, protagonista nata dalla penna di Mattia, si siede quindi alla scrivania, notebook davanti a sé, i pensieri dentro la sua testa in attesa di essere organizzati. Si sente felice ora, sente che adesso sta bene, eppure ogni tanto è ancora lì.
Chi? Cosa?
La paura, l’ansia.
Una voce alle sue spalle le fa domande, la mette in dubbio, di nuovo, come nel passato. Anche oggi, oggi che Kamilla ha trent’anni, oggi che Kamilla è cresciuta.

Aveva sette anni quando iniziò a costruire intorno a sé un muro di cristallo per impedire a quell’ansia di prendere il sopravvento: 

«L’ansia è una brutta bestia,
ti conosce meglio di te,
sa dove colpirti,
sa come farti sentire inerme.»

La piccola Kamilla aveva il reale bisogno di arginare le sue emozioni, altrimenti queste, mischiate all’ansia, se ne andavano nel corpo creando danni. È così che Kamilla incontra la scrittura, è così che l’ho incontrata anche io.

«Ho iniziato a scrivere, a buttare sul foglio ogni cosa, ogni pensiero, ogni paura.»

Così è nata la ragazza fiore, che incontriamo nel libro Sempre con te. La ragazza fiore è estremamente sensibile, ma al tempo stesso pericolosa. Nasce anche la Ragione che brucia per sopravvivere, per tenere distante quella ragazza fiore, tanto dolce quanto spietata. La ragazza fiore vive di paura, preferisce l’immobilità al rischio di essere felice. La ragazza fiore mette in dubbio Kamilla, con la giustificazione di proteggerla, la fa vivere con l’ansia. Fragile e spaventata, la ragazza fiore ha le emozioni fuori controllo e la Ragione prova sempre a parlarci e a farla, non a caso, ragionare.

Ci troviamo così catapultati in due mondi, due mondi che convergono entrambi in Kamilla: «E mentre gli altri si divertivano, io mi trovavo confinata nelle mie fantasie».
Non coesistono anche in te due mondi?
Ciò che siamo, ciò che vorremmo essere.
L’ansia di vivere, la frenesia di farlo senza il freno a mano tirato.

Tra le pagine di Sempre con te ci trovo un po’ della mia adolescenza, vissuta tra veri drammi e quelli che nascono da quell’età, quelli per cui, se potessi, abbraccerei quella ragazzina sciogliendole i capelli ripetendole che va bene così, che lei va bene così.

Kamilla arriva così, tra drammi e duplici mondi, all’anno della maturità. Ogni notte si ritrova a fissare il soffitto della sua stanza. Il sonno è lontano, l’ansia è lì vicino, poggia con lei la testa sul cuscino. “Avrò un posto nel mondo?”, ce lo chiediamo tutti, se lo chiede Kamilla ogni notte.

Siamo tutti con il respiro un po’ più corto, il tempo passa e noi non riusciamo a stare al passo. Ci sono però delle persone che nella vita compaiono come un vero e proprio miracolo. Ci spingono a volere di più, a non arrenderci. Ci aiutano ad avere meno paura, a muoverci, a capire che non siamo lì perché felici, siamo lì perché terrorizzati di quello che potrebbe esserci poco più avanti. Ma la vita è anche un rischio, la felicità deve essere rischiata.

Il mondo della ragazza fiore comincia un po’ a tremare, la Ragione le fa infatti notare che Kamilla, nel suo mondo, sta diventando sempre più forte, sta imparando ad amare le sue emozioni, a capirle più che a temerle, a gestirle più che a farsi sopraffare.

Non solo, la Ragione fa notare alla ragazza fiore che Kamilla, finalmente, sta per fare pace con il suo passato, o comunque è pronta per lasciarlo andare.
In fondo è proprio vero, scambiamo spesso la paura di affrontare il futuro con l’idea che non ha senso lasciare la tranquillità del posto in cui siamo. In realtà quella tranquillità ne è solo un avatar, la nostra è solo paura.
Non è facile però convivere con la paura, gestire gli attacchi di panico, di ansia. Non è facile spiegare quello che si prova, l’impotenza di reagire, e l’autore Ollerongis, con delicatezza, racconta tutto questo.

E la ragazza fiore che fine farà?
E il mondo di cristallo di Kamilla?
E il nostro?
Io lo sto affrontando, e con queste pagine mi sento meno sola nel farlo.
E voi?

Filosofa Atipica

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