Quando mi chiedono chi sono vorrei dire: “Le mie parole”, quelle che si lasciano accarezzare su un foglio bianco che aspetta solo la mia mano per non essere più solo.
E quando mi chiedono perché scrivo, vorrei dire: “Perché così vivo“, e non nel senso che le mie parole hanno un prezzo, ma che io ho un prezzo per loro.
Le mie parole mi amano, lo sento quando scorro quell’inchiostro sul mondo.
Sento che scorrono inesorabili e non vorrebbero mai terminare, perché loro mi amano all’infinito.
Se dovesse esserci qualcuno, che mi chiedesse quando ho iniziato, penso che non saprei rispondere. Da sempre forse, ancora prima di saperlo fare realmente.
Forse scrivo per rendermi eterna, perché ciò di cui ho più paura è che dopo non ci sia nulla e che io sia stata solo un nome mai ricordato nella sfera dell’universo.
Scrivo per rendere eterno chi amo, perché amo così tanto, che il regalo più grande che possa fare a tutti quelli che passano nel mio cuore, è non farli mai andare via.
Scrivo perché ho tante cose da dire, ma non so mai da dove cominciare. E allora quando scrivo, lascio a metà, termino, ma comunque inizio e sono certa che quel foglio a metà, aspetta solo me per sentirsi completo.
Scrivo non per essere chi non sono,
ma chi non ho il coraggio di essere.
Scrivo perché in quinta elementare tutti si emozionarono per un mio tema e da allora ricerco sempre gli stessi sguardi e gli stessi occhi lucidi di chi dietro un foglio ci legge una vita.
Scrivo perché da quando ho sentito il cuore battere nel mio petto, ho capito che niente è più importante del provare emozioni, e allora sento il bisogno incessante di descriverle, non farle andare via, di essere io stessa un’emozione, o almeno sfiorare l’esserlo.
Descrivo un volto per non dimenticarlo, intrappolo un tramonto d’estate per renderlo libero nel mio cuore quando è inverno, scrivo quando ho paura per razionalizzare o semplicemente come via di fuga.
Scrivo perché un secondo dopo che il foglio prende vita,
io mi sento libera.
Scrivo perché il mondo mi ha strappato parti del cuore portandole su nel cielo, ma con coraggio io le ricordo e ogni volta che lo faccio, loro tornano ad essere reali. Mi piace pensare che così do loro di nuovo una voce, di nuovo un rossetto sulle labbra o un buon profumo. Mi piace pensare che così ricordiamo insieme una partita a carte o una chiacchierata al telefono o semplicemente parlo di loro, che saranno sempre, anche se le parole che escono fuori per loro, gettano sempre un po’ di sale negli occhi.
Scrivo perché ho un cuore carico di emozioni che se non le mettessi nero su bianco potrei impazzire da un momento all’altro.
Scrivo perché, sono dell’antica convinzione, che
le parole possano rivoluzionare il cuore.
Filosofa Atipica
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